È notorio che, con il termine Dipendenza, si indica una particolare condizione in cui si trova un individuo afflitto dal bisogno assoluto di assumere una sostanza specifica – farmaco o sostanza stupefacente e psicotropa – o di mettere in atto determinati comportamenti.

Gli psicofarmaci sono medicine sintetiche efficaci nella cura di alcuni dei più diffusi disturbi psicologici come ansia, depressione, psicosi e maniacalità. 

All’interno della stessa categoria, i singoli farmaci presentano varie differenze ed hanno indicazioni terapeutiche multiple.

I moderni psicofarmaci sono farmaci sicuri se assunti sotto controllo medico ed in modo responsabile.
Solo in tal modo non sono tossici e non presentano particolari problemi in termini di Dipendenza o effetti collaterali.

La Dipendenza, dunque, è la condizione in cui l’abitudine di consumare una sostanza – o di tenere specifici comportamenti – diventa bisogno che si trasforma in una situazione patologica che porta l’individuo a perdere completamente il controllo su di essa.

Le maggiori categorie di psicofarmaci sono:

1. Antipsicotici.

Sono neurolettici che agiscono sui neurotrasmettitori che permettono la comunicazione tra le cellule nervose.
Sono farmaci che differiscono per potenza ed effetti collaterali, alleviando sintomi come: allucinazioni e pensieri paranoidi.

2. Anti-mania.

Sono farmaci utilizzati su chi ha un disturbo bipolare e va incontro a ciclici cambiamenti d’umore, per cui si alternano periodi di fasi maniacali e di depressione, intervallati da periodi di umore normale.

3. Antidepressivi.

La depressione è una malattia che può insorgere da sola o in concomitanza con altre patologie.
Questi farmaci non devono essere considerati come sostanze che servono a modificare l’umore o stimolanti, ma come preparati che aiutano i pazienti a vivere bene nella loro normalità (cioè come prima che si instaurasse lo stato depressivo).

Il trattamento prolungato è il metodo migliore ed il dosaggio varia, in base al tipo di farmaco e alle caratteristiche personali del paziente.

4. Ansiolitici.

Per trattare i disturbi d’ansia vengono utilizzati sia gli ansiolitici, sia gli antidepressivi.
Le benzodiazepine, farmaci ansiolitici propriamente detti, possono alleviare i sintomi entro breve tempo, con effetti collaterali limitati che consistono in sonnolenza, perdita della coordinazione, senso di affaticamento e rallentamento mentale.

Infine, non sono comprese tra gli psicofarmaci tutte quelle sostanze che, pur avendo effetti sulla psiche (sostanze psicotrope) sono di origine naturale (caffè, valeriana, camomilla, alcol), e nemmeno quelle che, pur essendo di origine sintetica e avendo effetti sulla psiche (droghe sintetiche, allucinogeni o sonniferi: ecstacy, LSD, analgesici, barbiturici) non producono effetti positivi su ansia, depressione e psicosi.

Per ulteriori specifiche ed approfondimenti, ti consiglio il libro È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti“.

Beatrice