Alla Tv, da mesi, si assiste quotidianamente a notizie legate all’emergenza sanitaria, eppure altri mali, ben più sottili iniziano a prendere possesso della mente: ansia, angoscia latente, paura vera o presunta di soffrire o di morire.
Anche stress e depressione sono cose che riguardano molti, ma, premettendo che la paura è un’emozione assolutamente normale, anzi, addirittura, funzionale poiché ci ha permesso di evolvere come specie umana, tuttavia essa non è utile se porta ad uno stato di profondo malessere.
Se diventa terrore, fobia, angoscia, depressione, ansia e se spinge a mettere in atto comportamenti preventivi, ma assurdi, a tutela della salute propria e altrui, diventa patologica.
Uno stato di paura elevata e procrastinata nel tempo, determina l’aumento del cortisolo, conosciuto come “ormone dello stress”, che nel migliore dei casi compromette la lucidità mentale e, nel peggiore, riduce il benessere psicofisico.
Come tutelarsi?
1. Prendere le cose con calma.
È indispensabile mantenere uno status di tranquillità mentale, cercando di non prendersi a cuore ogni cosa e cercando di evitare le problematiche di cui non si è direttamente interessati.
2. Informazione sì, ma non troppa.
Cominciare con il guardare una sola finestra informativa al giorno, oppure optare per il web ma solo per un tempo limitato, di un’ora al massimo, da spalmare nell’intera giornata.
3. Non lasciare che le notizie possano bombardare la quotidianità.
4. I social sono falsamente innocui
Quando si è sui social, spesso si è invasi da post su virus o emergenza e non condividere e resistere più possibile alla tentazione di commentare quello che si legge è basilare.
Non tutto quello che circola in rete corrisponde a verità, le fake news sono sempre in agguato e – purtroppo – distinguerle non è sempre facile.
Spesso anche i grandi mezzi di comunicazione, commentano notizie seguendo la scia del partito politico che rappresentano, invece che la verità.
5. Non saper più a chi credere!
Nel totale marasma delle informazioni, anche quello che viene scritto da esperti accreditati rischia di essere forzato, orientato, poiché è innanzitutto il parere (e quindi “soggettivo”) della persona che lo esprime.
Tale parere, tuttavia, per quanto autorevole, non deve mai impedire di far una riflessione autonoma e di alimentare un pensiero critico sulle cose.
Da quando il virus è entrato nella nostra vita, il termine “positivo” non risponde più alla logica di qualcosa di bello e piacevole.
Positivo significa risultare contagiato, invece sarebbe ora di ritornare a “pensare positivo” e a costruire qualcosa di nutriente per il cervello e per il corpo, attraverso la gentilezza e l’amore verso chi ci è vicino.
Bambini e nonni sono pronti a regalarti tanti sorrisi!
Ricordarsi che qualche momento di scoramento può sempre sopraggiungere, è normale e fa parte della vita.
Se accade, non bisogna farsi prendere dall’ansia: capita di essere preoccupati.
Ulteriori specifiche ed approfondimenti, in “È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti“.