Con il termine “Manipolazione” si intende, in genere, l’insieme delle operazioni, compiute manualmente al fine di preparare un prodotto, composto da diversi ingredienti (ad esempio la pomata, in farmacia).
Allo stesso modo, nella comunicazione, la parola è ammantata di negatività e, nell’immaginario collettivo, richiama figure torbide e inquietanti come quelle del prevaricatore.
La manipolazione (di cui si servono molti truffatori) è finalizzata ad avvantaggiarsi dell’altro, senza tener conto delle conseguenze su integrità ed emotività.
“Fabbrica della Comunicazione. Il Linguaggio dei Media” è il libro per comprendere meccanismi della comunicazione, approfondendo le dinamiche della manipolazione.
Esiste una manipolazione positiva?
Va detto.
Non sempre il manipolatore agisce con consapevolezza: frequentemente, messo di fronte ai propri errori di comportamento, egli potrebbe manifestare una sincera contrizione verso l’altro.
Non sempre ci si trova davanti ad un perverso narcisista, ma, talvolta dinanzi ad una persona fragile e “costretta” emotivamente a mentire e alterare la realtà per essere accettata da chi le è vicino.
In alcune circostanze, la manipolazione si manifesta come transitoria, soprattutto in contesti relazionali ambigui, o in divenire, quindi in evoluzione, in cui le ”strategie” emotive messe in campo restano sane se confinate entro certi limiti, cosa che vale anche nel rapporto tra genitori e figli.
L’interazione, in questo caso, può essere manipolativa se gli adulti sentono il bisogno di proteggere i più piccoli da situazioni, per loro, incomprensibili che potrebbero turbare il loro equilibrio.
Talvolta dunque alcune “distorsioni della realtà”, alcune bugie o omissioni potrebbero essere “il male minore”, rispetto al danno che alcune verità potrebbero causare.
La manipolazione positiva include comportamenti, atteggiamenti e modalità comunicative che, pur distorcendo la realtà e o le informazioni, servono
♦︎ a suscitare negli altri emozioni positive
♦︎ a proteggerli in una situazione di fragilità
Ad esempio il medico che prescrive al paziente una terapia disagevole da seguire, oppure l’insegnante che cerca di motivare costantemente gli allievi in vista di un risultato finale.
Spesso l’affettività sana è costellata di piccole bugie motivate dall’esigenza di creare un clima relazionale stabile, accogliente e positivo.
Qual è il limite?
Che questa situazione non vada a ledere in nessun modo i valori di fiducia e rispetto verso l’altro.
Il manipolatore vuole donare qualcosa di buono e, contemporaneamente, godere della felicità dell’altro.
È una modalità “win-win” (traducibile come “io vinco, tu vinci”) che sta ad indicare la presenza di soli vincitori in una data situazione e nessuno scontento o danneggiato.
La manipolazione negativa.
Gasligting è il neologismo che descrive il massimo grado di crudeltà, ricatto emotivo e violenza relazionale.
Il termine nasce dal film “Gas Light” (1944), in cui il protagonista adultero convince la moglie di essere pazza per nasconderle il tradimento, alterando l’illuminazione a gas dell’appartamento ed affermando che in realtà la luce sia sempre la stessa e che sia lei a sperimentare un ottundimento mentale.
Caratteristiche del Gaslighting
♦︎ azioni consapevoli e deliberate mirate a confondere la percezione della vittima
♦︎ demolizione dell’autostima dell’altro e imposizione di una sudditanza psicologica
♦︎ mancanza totale (e protratta nel tempo) di empatia del manipolatore verso la vittima
♦︎ l’acquisizione del pieno controllo della vita dell’altro da parte del manipolatore
In “È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti” mi occupo di comportamenti manipolativi nei rapporti e nelle relazioni.
Gli attacchi del manipolatore sono diversi e combinati: a volte sottili, velati, sotto-traccia, a volte esplosivi, arroganti.
La svalutazione della vittima è progressiva e altalenante: si passa dal condizionamento manifesto ad una forma silenziosa, che riesce a destabilizzare anche le identità più strutturate.
Una precisa comprensione delle dinamiche manipolative favorisce lo sviluppo di percorsi di cura mirati a supportare le vittime nel processo di svincolo dalla relazione tossica.