Tolleranza.
È un fenomeno che compare quando la dose di sostanza, dopo numerose somministrazioni, produce un effetto minore rispetto a quello ottenuto la prima volta.

Non solo, si parla di tolleranza anche quando si devono utilizzare dosi sempre maggiori di una sostanza per ottenere gli effetti iniziali.

In una persona che diventa dipendente, i recettori del cervello, infatti, vengono sopraffatti ed esso risponde producendo meno Dopamina o eliminando i recettori stessi.
I farmaci che creano Dipendenza, ad esempio, rilasciano da 2 a 10 volte la quantità di Dopamina rispetto alle sostanze naturali, ed in modo più rapido ed efficace.

Il risultato di questi “adattamenti” fa sì che le persone che sviluppano una Dipendenza in genere scoprono che, nel tempo, la sostanza desiderata non dà più loro la stessa quantità di piacere, perciò dovranno assumerne di più per ottenere lo stesso effetto della volta precedente.

Quando il piacere (associato a una droga o ad un comportamento di dipendenza) si attenua, nella mente resta, però, il ricordo dell’effetto desiderato e la conseguente necessità di ricrearlo.

Le voglie non solo contribuiscono alla Dipendenza, ma anche alla ricaduta dopo un periodo di astinenza, conquistata anche duramente: una persona dipendente dall’eroina, ad esempio, può essere in pericolo di ricaduta alla vista di un ago ipodermico, mentre un’altra potrebbe ricominciare a bere dopo aver visto una bottiglia di whisky.

L’apprendimento condizionato aiuta a spiegare perché le persone che sviluppano un rischio di Dipendenza ricadono anche dopo anni di astinenza.

Di contro.

La Sensibilizzazione è un fenomeno inverso rispetto alla Tolleranza e si verifica quando una dose di una sostanza, dopo un uso prolungato, produce un effetto maggiore di quello ottenuto alla prima somministrazione.

Le sostanze stupefacenti che maggiormente inducono sensibilizzazione sono le amfetamine e la cocaina e per approfondire l’argomento sulle sostanze stupefacenti e psicotrope, consiglio il libro È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti“.

Beatrice