La Dipendenza da videogiochi si arricchisce frequentemente di oggetti e protagonisti che catturano ogni giorno milioni di adolescenti ed adulti.
Videogiochi che hanno tutti una crescita costante e continuativa che, in aggiunta ad una distribuzione capillare ed al fatto che i giocatori “gamers” fanno dirette in streaming o pubblicano video dimostrativi su Youtube, garantisce ai produttori un fatturato da capogiro.
Come si gioca?
Solitamente da soli o in squadra. Vince l’ultimo uomo che resta.
I giochi possono essere gratuiti (free-to-play), ma se si vuole aumentare la forza di un personaggio virtuale, bisogna pagare.
I videogiochi catturano l’attenzione e spingono il gamer ad aver sempre voglia di giocare, ma per vincere (e per assomigliare ai celebri Youtuber) bisogna diventare sempre più performanti, esercitandosi molto.
La Dipendenza da videogame, dunque esiste?
Giocare ad un videogioco, per poco tempo, magari dopo i compiti o il lavoro, non è indice di vera Dipendenza, allo stesso modo, se saltuariamente si acquista un “gratta e vinci“, non si ha Dipendenza da gioco.
Cos’è il Gaming Disorder?
A parte la necessità di placare banali allarmismi, l’OMS inserisce la Dipendenza da videogame fra le malattie da approfondire, ma se il gaming rappresenta un rifugio da altre turbolenze della vita, queste ultime vanno individuate e curate.
La Dipendenza vera e propria si sviluppa con gli stessi caratteri di quella da gioco d’azzardo:
♦︎ isolarsi dalla realtà e dalla quotidianità.
♦︎ trascurare le relazioni con parenti ed amici.
♦︎ vivere per giocare.
Attenzione.
Come per ogni altra applicazione o attività sul web che coinvolga i minori, anche nel caso dei videogiochi collegati a Internet è necessaria la supervisione degli adulti.
La Rete, infatti, è affollata di gamer ma anche di malintenzionati e pedofili che cercano di adescare i ragazzini, sul loro territorio.
Per ulteriori specifiche ed approfondimenti, consiglio il libro “È Tossico: Viaggio nelle Dipendenze e nei Comportamenti Devianti“.